Welcome to the ArMechgeddon…
Fenomeno sempre più usuale nel corso dell’ultimo periodo è la riproposizione di vecchie glorie in alta definizione per permettere alle nuove leve di colmare lacune nella conoscenza di masterpiece videoludici e per garantire, previo un adeguato lifting texture-poligonale, una fruizione degli stessi in linea con gli standard grafico-sonori attuali. Non rari purtroppo sono i casi in cui questi tentativi si trasformino in meri escamotage commerciali per estorcere pecunia dalle tasche di coloro che, mossi da inconsolabile nostalgia per i bei tempi andati, danno fiducia ad incauti sviluppatori noncuranti dell’effettiva caratura dei titoli in oggetto: esemplare il caso di Silent Hill HD Collection, realizzata addirittura prendendo come base un master iperbuggato (e di conseguenza non correggibile mediante patch di sorta NdDix@n).
D’altro canto ci si è trovati invece dinanzi a veri e propri capolavori del passato cui è stata resa giustizia, la cui conversione in HD altro non ha fatto che aggiungere lustro ai già pingui curricula delle versioni old-gen: Ico & SOTC: HD Collection e Metal Gear Solid: HD Collection in primis. Trovandomi dunque a dover analizzare l’ennesima attualizzazione, in questo caso di due capolavori rispondenti al nome di Zone of the Enders 1-2, il dubbio si è insinuato in me unitamente a curiosità e voglia di scoprire…
Vediamo dunque di rispondere alla fatidica domanda: a quale delle sopraccitate categorie appartiene Zone of the Enders HD Collection? Scopriamolo insieme!
LO AMERANNO: I patiti di robottoni, i fan di Kojima e tutti i Jappofag
LO ODIERANNO: I Nintendari (perchè non possono averlo sulle loro console…)
E’ SIMILE A: Project Sylpheed
Titolo: Zone of the Enders HD Collection
Piattaforma: Xbox 360, Playstation 3
Sviluppatore: Kojima Production
Publisher: Konami
Giocatori: 1 (Zoe) – 1/2 (Zoe: The 2nd Runner)
Online e Extra: Assente
Lingua: Inglese (Parlato) Italiano (Testi)
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STORYBOARD
Zone of the Enders:
Il primo Zone of the Enders ci vede nei panni di Leo Stenbuck, un ragazzo residente su Antilla, una colonia di Marte, che, in seguito ad un attacco robotico,vede morire uno dopo l’altro i suoi amici e che, nel tentativo di fuggire si imbatte in un “Frame Orbital” (il robottone protagonista di ZOE NdDix@n) trovandosi a comandarlo per porre fine a questo eccidio che sta decimando la colonia in cui è nato e cresciuto. Con l’aiuto di ADA, un computer di bordo senziente, il nostro protagonista verrà introdotto ai comandi del Jehuty (vero nome del Frame da noi condotto NdDix@n) giungendo ben presto a padroneggiare tutte le tecniche avanzate che gli garantiranno molteplici possibilità di sopravvivenza nonostante i continui scontri cui lo stesso dovrà sottoporsi (o sottrarsi mediante ignominiose fughe tattiche NdDix@n)
Le sequenze di combattimento si alterneranno a sequenze animate in grafica 3D atte a mostrarci il passaggio da una zona all’altra e, ovviamente, l’immancabile evoluzione della trama tra un’uccisione e la seguente.
Zone of the Enders: the 2nd Runner:
La guerra si è evoluta su scala planetaria: in questo conflitto di dimensioni epiche, combattuto grazie a dei sofisticatissimi mech, è ancora la bravura del pilota a fare la differenza. Dingo Egret, ex-pilota, ora minatore residente su di un satellite ai confini dell’universo, si trova suo malgrado coinvolto in questa serie di battaglie trovandosi a pilotare, quasi per caso, quello che sembra essere il più forte di tutti i mech, un robottone di nome Jehuty e a scagliarsi, alla sua guida, contro alcuni suoi ex compagni d’armi facenti parte della fazione opposta. Questi stessi, tra cui figurano Ken Marinaris (dolce pulzella bellamente invaghita di Dingo NdDix@n) e Nohman, vecchio compagno d’armi del nostro protagonista, si troveranno, anche loro malvolentieri, a rivestire i panni dei cattivi in un tripudio di sentimenti e colpi di scena degno di una delle migliori produzioni hollywoodiane esistenti.
A differenza del primo episodio, in ZOE: the 2nd Runner ci troveremo di fronte ad incantevoli sequenze animate in FMV in perfetto stile anime, sequenze che ben si fondono con la grafica in cel-shading tipica di questa seconda incarnazione.
La mano di Kojima, mastro burattinaio, fresco di un capolavoro quale Metal Gear Solid 2, atto ad ordire trame al limite della sanità mentale, si sente in tutta la sua possenza: trasportandoci in un universo a metà strada tra Gundam e Macross ci fa vivere delle avventure in puro stile mech sdoganando, anche in occidente, uno dei clichet tipici della cultura giapponese, opera possibile solo ad un maestro qual’è il creatore di Solid Snake! A distanza di ben 12 anni dall’apparizione del primo di questi due capitoli lo storyboard affascina ancora per completezza e complessità, lasciandoci più e più volte con il fiato sospeso per livello ed intensità della narrazione: Well done Hideo!
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Gameplay
I due Zone of the Enders presenti in questa Hd Collection altro non sono che freneticissimi sparatutto/action robotici in terza persona realizzati in cel-shading ed impiantati in un mondo di gioco ibrido 2D/3D. Il combattimento tra Mech rappresenta, manco a dirlo, il fulcro del gameplay: il Jehuty è attrezzato sia per combattimenti a lunga distanza mediante missili ed attacchi di diversa caratura e peso (inteso in quantità di danni inflitti al malcapitato nemico NdDix@n) che per schermaglie a corto raggio, sezioni di combattimento durante le quali il nostro mech potrà colpire il nemico, afferrarlo, scagliarlo contro un oggetto del background o utilizzare frammenti del mondo di gioco come corpo contundente. L’avanzamento nei livelli è in classico stile anime: a sequenze di esplorazione che ci porteranno ad incontrare dei nemici generici seguiranno, come prassi in ogni action game che si rispetti, vere e proprie “Boss Fight” che metteranno alla prova le nostre qualità di combattente-pilota provetto.
Ambedue i capitoli di questa saga sono ascrivibili alla sopraccitata meccanica con la differenza, ovvia per via della maggiore conoscenza della macchina originaria (Ps2) da parte dei programmatori, di una maggiore presenza di nemici su schermo (si passa dalla decina scarsa di personaggi del primo Zone of the Enders ad un centinaio di mech presenti simultaneamente su schermo nel secondo NdDix@n) ed ad una conseguente maggiore freneticità dei combattimenti nell’ultimo episodio della serie.
Nonostante gli anni sul groppone, l’esperienza di gioco fornita da questi due capisaldi del genere è tutt’ora imprescindibile e godibilissima: “A Must Play” per tutti i videogiocatori degni di questo nome!
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Graphic & Sounds
Il comparto grafico di questa HD Collection alterna (fenomeno comprensibile vista l’età dei giochi in oggetto, in particolar modo del primo NdDix@n) alti e bassi. Nessuno dei capitoli qui presenti ha subito un lifting poligonale, godendo invece di un pesante aggiornamento del parco textures: per via di questo modus operandi la resa grafica del primo episodio, di sicuro migliore di quello della versione originale (datata 2001 NdDix@n), non fa purtroppo gridare al miracolo rimanendo, ahinoi, relegato in una scialba mediocrità. Stesso discorso va fatto per le sequenze animate, lasciate inalterate (se si esclude una maggiore lucentezza delle stesse rispetto alle originali) e, dunque, assolutamente old-looking.
Quello che invece ha giovato appieno del trattamento riservatogli è il ben più maturo “The 2nd Runner”: dotato già di un comparto poligonale di tutto rispetto l’applicazione di textures in alta risoluzione gli conferisce un aura che, pur non facendo gridare al miracolo, sa di next-gen. Le sequenze animate, anche qui inalterate, realizzate divinamente già nell’edizione originale, godono dell’upscaling a 720p e di una maggiore pulizia dell’immagine fornendoci un risultato tutto sommato accettabile!
E’ purtroppo da sottolineare, in ambo i casi, un evidentissimo fenomeno di tearing che, pur non andando ad inficiare la fruibilità dell’esperienza di gioco, va a penalizzare invece la resa grafica complessiva di questa HD Collection: inspiegabile deficienza dei programmatori nell’ottimizzazione di un codice vecchio oltre due lustri… MAH!
Il sonoro si attesta invece su buoni livelli: il supporto 5.1 garantisce infatti una maggiore immersione in un titolo che fa della spettacolarizzazione e della cinematograficità i suoi punti di forza: Weeeeeeeell done!
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In Conclusione
Zone of the Enders: HD Collection si presta, ahinoi, a due distinti giudizi.
I giochi contenuti all’interno di questa raccolta in alta definizione sono, senza ombra di dubbio, due dei migliori prodotti realizzati nella lifetime della oramai defunta Playstation 2 e rappresentano persino al giorno d’oggi, sia a livello di trama che di giocabilità, un’esperienza imprescindibile per qualsiasi videogiocatore che desideri fregiarsi di questo nome.
E’ altresì vero che, prassi abbastanza diffusa da quando è iniziata questa “moda” delle HD Collection, il trattamento riservato a questi due caposaldi dell’ars videoludica è risultato essere ben al di sotto del blasone di questi due titoli ascrivibili al vate Kojima. Una conversione in “HD” dura e pura, senza fronzoli o orpelli, ci fornisce si la possibilità di godere sulle attuali macchine da gioco di questi due masterpiece, dando loro però ben poca parvenza Next-gen svolgendo dunque, senza infamia o lode alcuna, il compitino di trasposizione degli stessi non curandosi di ottimizzare, come dovuto, il codice originale.
Cionostante, se non avete mai avuto la possibilità di provare questi titoli nelle loro passate incarnazioni, non posso NON consigliarvi di rimediare e procurarvi immediatamente una copia di queste due glorie del passato: pur con tutti i difetti sopra elencati Zone of The Enders: HD Collection rappresenta per voi un acquisto obbligato… perle di tale caratura non ne fanno oramai da tempo!
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